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Un pronome è una particella che può sostituire una intera parte sostantiva della frase.

Pronomi personali

mi
≈ "quello che parla"
ni
"chi parla e altra/e persona/e"
vi
"quelli a cui si parla"
li
"l'uomo di cui si parla o una persona di sesso non conosciuto"
ŝi
≈ "la persona femminile di cui si parla"
ĝi
"la cosa, animale o bambino di cui si parla"
ili
"le persone, cose o animali di cui si parla"
oni
"persona/e non precisata/e"
si
≈ "la stessa persona come il soggetto" se esso non è mi, ni o vi

I pronomi personali possono ricevere la finale accusativa N:

  • Mi amas vin. - Ti amo.
  • Ilin konas Karlo. - Carlo conosce loro/Carlo li conosce.
  • Ĉu vi ĝin vidas? - Lo vedi?
  • Elizabeto lavas sin en la lago. - Elisabetta si lava nel lago.

Pronomi possessivi

Se si aggiunge la finale A ai pronomi personali, si creano i pronomi possessivi:

mia
"(il/la)... mio"
nia
"nostro/a"
via
"il tuo/vostro"
lia
"(la)... di lui"
ŝia
"(la)... di lei"
ĝia
"(la)... di esso"
ilia
"(la)... di loro"
onia
"(la)... di (una persona indeterminata)"
sia
"(la)... di se stessi"

I pronomi possessivi possono ricevere le finali J e N allo stesso modo degli altri aggettivi: mia ĉambromiaj ĉambrojmian ĉambronmiajn ĉambrojn.

Quando un pronome possessivo compare prima di un sostantivo, è un determinatore,, e perciò non si aggiunge la. Il pronome possessivo informa riguardo al possessore, e questo è una informazione sufficiente per esprimere la determinazione. Se si sostituisce il pronome possessivo con una espressione de, normalmente si deve aggiungere la: ilia ĉambro = la ĉambro de ili, mia edzo = la edzo de mi.

Quando un pronome possessivo appare da solo senza precedere un sostantivo, esso non è un determinativo e non si riferisce a qualcosa di definito. Per indicare la determinazione allora di solito si aggiunge la:

  • Tiu ĉi libro estas mia. - Questo libro è mio.

  • Tiu ĉi libro estas la mia. - Questo libro è il mio.

  • Mia aŭto estas difektita. Ni provu la vian. La vian = vian aŭton. - La mia auto è guasta. Proviamo la tua. La tua=la tua auto.

Ma a volte si può tralasciare questo la davanti a un pronome possessivo a sé stante, se il contesto è ben chiaro:

  • Li pli ŝatas mian domon ol (la) sian. = ...ol sian domon. - A lui piace di più la mia casa della sua.= ... della sua casa.

Altri pronomi

Anche altre particelle sono pronomi (ma non personali) ad es. i correlativi in O, U e ES e la particella ambaŭ.

Prima persona

Mi

Mi è singolare (e non indica affatto il sesso). Mi e mia sono usati da chi parla per indicare se stesso. In grammatica questo è indicato spesso come "la prima persona".

  • Mi venas de la avo, kaj mi iras nun al la onklo. - Vengo ora dal nonno, e adesso vado dallo zio.
  • Mi foriras, sed atendu min, ĉar mi baldaŭ revenos. - Io me ne vado, ma aspettami, perchè ritornerò presto.
  • Por miaj kvar infanoj mi aĉetis dek du pomojn. - Per i miei quattro bambini ho comprato dodici mele.
  • Kiam mi finos mian laboron, mi serĉos mian horloĝon. - Quando finirò il lavoro cercherò il mio orologio.
  • Mi prenos miajn glitilojn kaj iros gliti. - Prenderò i miei pattini e andrò a pattinare.

Ni

Ni è plurale (e non indica affatto il sesso). Ni e nia sono usati da chi parla per indicare se stesso e altra/e persona/e. Ni può significare io e un'altra persona, io e varie altre persone, io e tutte le altre persone, o io e te. Il pronome ni a volte include la persona che ascolta, a volte no. Quali persone sono comprese, lo può indicare solo il contesto:

  • Ni vidas per la okuloj kaj aŭdas per la oreloj. - Vediamo con gli occhi e udiamo con le orecchie.

  • Ni disiĝis kaj iris en diversajn flankojn: mi iris dekstren, kaj li iris maldekstren. - Noi ci separammo e andammo da parti diverse: io andai a destra, e lui andò a sinistra.

    Ni = "io e lui".

  • Kiam vi ekparolis, ni atendis aŭdi ion novan, sed baldaŭ ni vidis, ke ni trompiĝis. - Quando hai cominciato a parlare, ci aspettavamo di sentire qualcosa di nuovo, ma presto abbiamo visto che ci sbagliavamo.

    Ni = "io e altre persone, ma non l'ascoltatore".

  • La nokto estis tiel malluma, ke ni nenion povis vidi eĉ antaŭ nia nazo. - La notte era così buia che non potevamo vedere nulla neanche davanti al nostro naso.
  • La junulo aliĝis al nia militistaro kaj kuraĝe batalis kune kun ni kontraŭ niaj malamikoj. - Il giovane si unì ai nostri soldati e combattè coraggiosamente contro i nostri nemici.
  • Kiam vi vidis nin en la salono, li jam antaŭe diris al mi la veron. - Quando ci avete visto nel salone, lui già da prima mi aveva detto la verità.

    Ni = "io e lui".

Seconda persona

Vi

Vi e via sono usati da chi parla per parlare della/e persona/e a cui sta parlando. Vi e via possono includere anche altre persone, che in qualche modo appartengono allo stesso gruppo dell'ascoltatore/i. In grammatica questa è chiamata "la seconda persona". Si usa vi sia per una che per molte persone. Perciò Vi è a volte singolare, a volte plurale. Vi non indica il sesso, ed è anche del tutto neutrale riguatdo a rango, posizione ecc.:

  • Sinjoro, vi estas neĝentila. - Signore, lei non è gentile.
  • Sinjoroj, vi estas neĝentilaj. - Signori, voi non siete gentili.
  • Vi estas infanoj. - Voi siete bambini.
  • Ĉu vi amas vian patron? - Ami tuo padre?
  • Via parolo estas tute nekomprenebla kaj viaj leteroj estas ĉiam skribitaj tute nelegeble. - I tuoi discorsi sono del tutto incomprensibili e le tue lettere sono sempre scritte in modo illeggibile.
  • Sidigu vin, sinjoro! - Si sieda, signore!

Quando vi è il soggetto di un verbo in U nella frase principale, di solito lo si tralascia.

In alcune lingue a volte si usa il pronome vi per persone in generale. Per questo si usa in esperanto il pronome oni.

Ci

Ci è un pronome indicante la seconda persona singolare (non indica il sesso). Ci e cia esistono solo teoricamente, ma non sono in pratica quasi mai usati. Si può ipotizzare un uso di ci come il singolare di vi, o come un singolare intimo o familiare (come in italiano il pronome «tu») vi, o perfino come un dispregiativo, insultante singolare di vi. Ma è di fatto impossibile dire quale sfumatura effettivamente rappresenta, poiché è quasi del tutto non usato. Alcuni immaginano che si tratti di una forma usata all'inizio e poi successivamente scomparsa dall'uso, ma in realtà ci non è mai stato praticamente usato, se non in qualche testo sperimentale. In normale Esperanto si è sempre usato soltanto vi come pronome personale della seconda persona.

Terza persona

Tutto ciò che non è mi, ni o vi (o ci), si chiama "la terza persona". I pronomi li, ŝi, ĝi e ili, e lia, ŝia, ĝia, ilia sono usati per parlare di qualcosa di noto, che non è nè chi parla né l'ascoltatore. Oni e onia si usano per parlare di persona/e non definita/e. Si e sia sostituiscono in certi casi gli altri pronomi relativi alla terza perssona.

Li e ŝi

Li e ŝi sono singolari. Li e lia si usano quando si parla di una persona maschile. Ŝi e ŝia si usano per una persona femminile.

  • Li estas knabo, kaj ŝi estas knabino. - Lui è un ragazzo, e lei è una ragazza.
  • Li estas mia onklo. - Lui è mio zio.
  • Ŝi estas mia onklino. - Lei è mia zia.
  • En la salono estis neniu krom li kaj lia fianĉino. - Nel salone non c'era nessuno salvo lui e la sua fidanzata.
  • Mi renkontis vian patrinon kaj ŝian kolegon. - Incontrai tua madre con il suo collega.

Quando si parla di una persona di cui non si conosce il sesso, o quando si parla in generale di una persona di sesso qualsiasi, normalmente si usa li. Li perciò ha due significati:la persona maschile o la persona:

  • Ĉiu, kiu ŝin vidis, povis pensi, ke li vidas la patrinon. - Tutti quelli che la vedevano potevano pensare che vedevano la madre.

    Li qui corrisponde a ĉiu, e dunque a ĉiu persono.

  • Se vi iros al kuracisto, li povos helpi vin. - Se andrai dal medico egli ti potrà aiutare.

    Si tratta di un qualsiasi medico, indipendentemente dal sesso.

Questo uso di li a volte è visto come una discriminazione sessuale, ma in realtà è solo un fatto grammaticale. Si usa li non perchè si ignorano le donne, ma perchè li ha due significati: maschile e sessualmente neutro. E questo può a volte causare difficoltà. In tal caso non si deve esitare a esprimersi più chiaramente, ad es. ŝi aŭ li, tiu, tiu persono e simili.

Nota: Alcuni tuttavia non hanno esitato a proporre nuovi pronomi per sostituire l'uso neutro di li. Piu o meno ogni consonante libera + "i" è stata proposta, senza molto risultato pratico. Attualmente si può talvolta incontrare ŝli e ri, mentre alcuni insistono per gi o ĵi o altro ancora.

Ĝi

Ĝi è singolare. Ĝi e ĝia sono usati per parlare di cose senza sesso:

  • La tranĉilo tranĉas bone, ĉar ĝi estas akra. - Il coltello taglia bene, perchè è affilato.
  • Trovinte pomon, mi ĝin manĝis. - Avendo trovato una mela, la mangiai.
  • Mi disŝiris la leteron kaj disĵetis ĝiajn pecetojn en ĉiujn angulojn de la ĉambro. - Feci a pezzi la lettera e buttai i pezzetti in ogni angolo della stanza.

Si usa ĝi anche per un bambino così giovane che il sesso non ha importanza. Ma si può anche usare li, come si fa per una persona di cui non si conosce il sesso:

  • La infano ploras, ĉar ĝi volas manĝi. - Il bambino piange perchè vuole mangiare.
  • Mi montris al la infano, kie kuŝas ĝia pupo. - Mostrai al bambino dove dormiva la sua bambola.

Ma se si vuole specificamente indicare il sesso di un bambino piccolo, o se si parla di un bambino più grande, naturalmente si userà li o ŝi.

Ĝi si usa anche per parlare di un animale, anche quando il suo sesso è noto:

  • "Pip, pip!" diris subite malgranda muso, kiu elkuris, kaj post ĝi venis ankoraŭ unu. - "Pip, pip!" disse d'improvviso un topino che corse via, e dopo di lui ne venne ancora uno.
  • Mi frapos vian ĉevalon sur la kapon tiel, ke ĝi falos senviva. - Colpirò il tuo cavallo sulla testa in modo tale che cadrà morto.

Ma in particolari casi quando ci potrebbe essere un malinteso si può usare li o ŝi per un animale.

Ĝi può anche rappresentare parole singolari che indicano gruppi, come: familio, popolo, armeo e simili.

  • Hodiaŭ la problemo interesas la publikon, morgaŭ ĝi povas esti indiferenta pri ĝi. - Oggi il problema interessa il pubblico, domani esso può essergli indifferente.

    Il primo ĝi rappresenta il pubblico (più persone). (Il secondo ĝi è il problema.)

Ĝi normalmente rappresenta un oggetto, un animale o altra cosa chiaramente definita. Tio è usato per una relazione astratta, per rappresentare una intera frase, o per qualcosa di indefinito(= tiu afero):

  • — Ŝi forvojaĝis. — Jes, mi tion scias. = Jes, mi scias, ke ŝi forvojaĝis. - — Lei è partita. — Sì, lo so. = Sì, so che è partita.

Ili

Ili è plurale. Ili e ilia si usano per parlare di più persone o cose conosciute (che non includono né il parlante né l'ascoltatore). Ili non indica il sesso:

  • Kie estas la knaboj? Ili estas en la ĝardeno. - Dove sono i ragazzi? Sono nel giardino.
  • Kie estas la knabinoj? Ili ankaŭ estas en la ĝardeno. - Dove sono le ragazze? Anche loro sono nel giardino.
  • Kie estas la tranĉiloj? Ili kuŝas sur la tablo. - Dove sono i coltelli? Sono sulla tavola.
  • Donu al la birdoj akvon, ĉar ili volas trinki. - Dà dell'acqua agli uccelli, perchè vogliono bere.
  • Sinjoro Petro kaj lia edzino tre amas miajn infanojn; mi ankaŭ tre amas iliajn infanojn. - Il signor Pietro e sua moglie amano molto i miei bambini; e anche io amo molto i loro bambini.

In alcune lingue si usa il pronome ili per persone non definite. In esperanto si deve usare oni.

Oni

Oni e onia sono pronomi non definiti, che si usano quando si parla di una persona qualsiasi, di molte o alcune persone non definite, o quando non importa di chi si tratta, ecc. Oni è di solito singolare, ma può anche essere plurale. Oni non indica il sesso:

  • En malbona vetero oni povas facile malvarmumi. - Col tempo cattivo si può facilmente prendere freddo.
  • Kiam oni estas riĉa (aŭ riĉaj), oni havas multajn amikojn. - Quando si è ricco (o ricchi) si hanno molti amici.
  • Oni diras, ke la vero ĉiam venkas. - Si dice che la verità vince sempre.
  • Kun bruo oni malfermis la pordegon, kaj la kaleŝo enveturis en la korton. - Con rumore si aprì il portone, e il calesse entrò nella corte.
  • Oni tiel malhelpis al mi, ke mi malbonigis mian tutan laboron. - Mi si contrastò talmente, che rovinai tutto il mio lavoro.
  • La malpura aero malsanigas onin. - L'aria viziata fa ammalare.
  • Kiam oni venas al tiu urbo, oni devas atenti pri la krimuloj. Ili kapablas ŝteli eĉ oniajn vestaĵojn. - Quando si arriva in quella città si deve stare attenti ai delinquenti. Essi sono capaci di rubare persino i vestiti.
  • Ne kritiku onin, ĉar oni povas ankaŭ vin kritiki. - Non criticare altri, perchè si può criticare anche te.

Nella pratica si presenta molto raramente una occasione in cui si possono usare onin e onia. A causa di tale scarsa frequenza, alcuni sentono tali forme come strane ed evitano di usarle anche quando potrebbero essere utili.

Si

Si e sia sono particolari pronomi della terza persona, che si devono usare in certi casi invece degli ordinari pronomi della terza persona. Si è a volte singolare, a volte plurale, dipende da cosa esso sostituisce. Si di per sé non indica il sesso:

Spesso succede che quel che ha ruolo di soggetto appare anche con un altro ruolo nella stessa frase. Se il soggetto è mi, ni o vi (o ci), semplicemente si ripete lo stesso pronome:

  • Mi lavas min. - Io mi lavo.

    I due mi sono la stessa persona.

  • Mi vidas mian fraton. - Io vedo mio fratello.

    Mi e mia indicano la stessa persona.

  • Ni lavas nin. - Noi ci laviamo.

    I due ni sono le stesse persone.

  • Ni vidas niajn fratojn. - Noi vediamo i nosri fratelli.

    Ni e nia indicano la stessa persona.

  • Vi lavas vin. - Voi vi lavate.

    I due vi sono la/e stessa/e persona/e.

  • Vi vidas viajn fratojn. - Tu vedi i tuoi fratelli.

    Vi e via indicano la/e stessae persona/e.

Ma se il soggetto è una terza persona (nè il parlante, né l'ascoltatore) si deve usare si per l'altro ruolo. Se si usa per es. li sia come soggetto, sia in altro ruolo, si tratta certamente di due uomini diversi. Lo stesso vale per ŝi, ĝi e ili:

  • Ŝi lavas ŝin. - Lei si lava.

    Una donna lava un'altra donna.

  • Ŝi lavas sin. - Lei si lava.

    Una donna lava il proprio corpo. Ŝi e sin indicano la stessa persona.

  • Ŝi vidas ŝian patrinon. - Lei vede sua madre.

    Una donna vede la madre di un'altra donna.

  • Ŝi vidas sian patrinon. - Lei vede sua madre.

    Una donna vede la propria madre.

  • La virino serĉas ŝian filon. - La donna cerca il figlio di lei.

    La donna cerca il figlio di un'altra donna.

  • La virino serĉas sian filon. - La donna cerca suo figlio.

    La donna cerca il proprio figlio.

  • Li lavas lin. - Lui lo lava.

    Un uomo lava un altro

  • Li lavas sin. - Lui si lava.

    Un uomo lava il proprio corpo. Li e sin indicano la stessa persona.

  • Ĝi lavas ĝin. - Esso lava esso.

    Un animale lava un altro animale (o un oggetto).

  • Ĝi lavas sin. - Esso si lava.

    Un animale lava il proprio corpo. Ĝi e sin indicano lo stesso animale.

  • La hundo ludas per sia pilko. - Il cane gioca con la sua palla.

    Il cane gioca con la propria palla.

  • Ili lavas ilin. - Essi li lavano.

    Un gruppo di persone o animali lava un altro gtuppo.

  • Ili lavas sin. - Essi si lavano.

    Un gruppo lava i propri corpi. Ili e sin indicano lo stesso gruppo.

  • La naĝintoj ne trovas siajn vestaĵojn. - Quelli che hanno nuotato non trovano i loro vestiti.

    Quelli che hanno nuotato non trovano i propri vestiti.

  • Oni ne forgesas facile sian unuan amon. - Non si dimentica facilmente il (proprio) primo amore.

Si non può essere soggetto

Si non può mai essere soggetto, né parte di un soggetto, perchè allora si rappresenterebbe se stesso. Allo stesso modo sia non può essere parte di un soggetto. Non si può fare frasi come Si manĝas. Mi kaj si dancas. Petro kaj si fiŝkaptas. Mia kaj sia fratoj estas samklasanoj. Sia edzino estis kisata de li. Dunque non dire: Karlo kaj sia frato promenas en la parko. Se si dicesse tale frase, forse si intenderebbe che sia rappresenti Carlo, ma il soggetto non è Karlo, ma Karlo kaj sia frato. Si deve dire Karlo kaj lia frato promenas en la parko. Però si può usare si, se si cambia così la frase: Karlo kun sia frato promenas en la parko. Ora il soggetto è Karlo, e sia correttamente indica Carlo. La parte di frase kun sia frato non è parte del soggetto, ma un complemento kun.

Si in una frase passiva

Si e sia rappresentano il soggetto grammaticale. Questo vale anche in frasi passive, sebbene il soggetto grammaticale non sia quello che agisce in tali frasi:

  • Ŝi estas amata de siaj instruistinoj. - Ella è amata dalle sue insegnanti.
  • Karlo estis akompanata de Petro al sia domo. = ...al la domo de Karlo. - Carlo fu accompagnato da Pietro a casa sua.= a casa di Carlo.
  • Karlo estis akompanata de Petro al lia domo. = ...al la domo de Petro. - Carlo fu accompagnato da Pietro a casa sua.= ... a casa di Pietro.
  • Li sendas leteron al sia kuzo.Letero estas sendata de li al lia (propra) kuzo. - Egli manda una lettera a suo cugino.→ Una lettera è mandata da lui a suo (proprio) cugino.

    Nella frase passiva non si può dire al sia kuzo, perchè allora si tratterebbe del cugino della lettera.

Frase subordinata

Il predicato di una frase subordinata ha un suo proprio soggetto. Se si usa si(a) in una frase subordinata, esso rappresenta sempre il soggetto della subordinata, mai il soggetto della frase principale:

  • Elizabeto rigardis la viron, kiu kombis al si la harojn. - Elisabetta guardava l'uomo che le pettinava i capelli.

    L'uomo pettinava i suoi capelli (non quelli di Elisabetta). Si rappresenta il soggetto di kombis, ossia kiu (e kiu rappresenta l'uomo).

  • Karlo kaj Petro diris, ke la infanoj jam vestis sin. - Carlo e Pietro hanno detto che i bambini si erano già vestiti.

    I bambini vestirono i loro corpi (non quelli di Carlo e Pietro).

  • Li vidis, ke la hundo ludas per sia pilko. - Egli vide che il cane giocava con la sua palla.

    La palla appartiene al cane (soggetto della subfrase).

  • Abimeleĥ, la reĝo de la Filiŝtoj, rigardis tra la fenestro, kaj vidis, ke Isaak amuziĝas kun sia edzino Rebeka. - Abimelech, re dei Filistei, guardò dalla finestra e vide che Isacco si divertiva con sua moglie Rebecca.

    Rebecca è la moglie di Isacco (soggetto di amuziĝas), non di Abimelech (soggetto di vidis). Se fosse la moglie di Abimelech, si direbbe lia edzino.

  • Mia avo diris, ke li tre amis sian patrinon. - Mio nonno diceva che amava molto sua madre.

    Sian è il soggetto di amis, li, che può essere identico a mia avo, ma che può anche essere un altro uomo.

Si non può essere soggetto. E non si può nemmeno usare si come soggetto di una frase subordinata, nè come parte del soggetto di una subordinata, con lo scopo di far rappresentare a si il soggetto della frase principale. Non si può dire: Karlo diris, ke si venos morgaŭ. Né: Karlo diris, ke sia frato venos morgaŭ. Si in una subordinata rappresenta sempre il soggetto della subordinata stessa. Si deve dire: Karlo diris, ke li venos... / ke lia frato venos... E nemmeno: Ŝi sentis, ke pluvas sur sin. Si deve dire: Ŝi sentis, ke pluvas sur ŝin.

Un participio con finale A è quasi una frase subordinata:

  • Li ekvidis la anĝelon de la Eternulo, starantan sur la vojo kun elingigita glavo en sia mano. - Egli vide l'angelo dell'Eterno, che stava in piedi sulla via con una spada snudata nella mano.

    L'angelo stava in piedi con una spada nella mano.

  • Karlo promenis kun virino vestita per sia plej bela vesto. - Carlo passeggiava con una donna vestita col suo vestito più bello.

    Lei era vestita con il suo vestito più bello.

Anche le espressioni comparative introdotte da kiel o ol sono come frasi subordinate. Si all'interno di tale espressione comparativa rappresenta il soggetto del verbo sottinteso:

  • Ŝi amas lin kiel sin mem. - Lei lo ama come se stessa.

    Lei lo ama, come ama se stessa.

  • Ŝi estas tiel saĝa kiel ŝia fratino. - Lei è saggia come la sorella (di lei).

    bche sua sorella è saggia.

  • Li punis ilin same kiel siajn fratojn. - Egli le punì come le sue sorelle.

    Egli punì anche i suoi fratelli.

  • Ŝi amas lin pli ol sin mem. - Lei lo ama più di se stessa.

    Lei lo ama più di quel che ama se stessa.

  • Li estas pli aĝa ol lia frato. - Lui è più vecchio di suo fratello.

    Suo fratello è saggio (ma meno).

Un epiteto complesso messo dopo un sostantivo, o un complemento di esso, può essere considerato una frase subordinata con il verbo sottinteso. Allora si può rappresentare il soggetto del verbo sottinteso. Tale soggetto è sempre identico al sostantivo che precede. Ma in tali frasi l'uso non è unico:

  • Ili vizitis muzeon faman pro siaj belaj pentraĵoj. = ...muzeon, kiu estas fama pro siaj belaj pentraĵoj. - Essi visitarono un museo famoso per i suoi bei quadri.= ... un museo, che è famoso per i suoi bei quadri.

    I quadri appartengono al museo.

  • Picasso vizitis muzeon faman pro liaj pentraĵoj. = ...muzeon, kiu estas fama pro liaj pentraĵoj. - Picasso visitò un museo famoso per i suoi (di Picasso) bei quadri.

    I quadri erano di Picasso.

  • Ŝi vidis soldaton kun sia pafilo en la mano. = ...soldaton, kiu staris kun sia pafilo en la mano. - Lei vide un soldato con il suo fucile nella mano.=... un soldato che stava in piedi con il suo fucile nella mano.

Infinito

Se si usa si con un verbo all'infinito, si rappresenta il soggetto a senso dell'infinito. Il più delle volte tale soggetto a senso è lo stesso come il soggetto del predicato, ma non sempre:

  • Ĉiu homo devas zorgi pri si mem. - Ciascuno deve badare a sé.

    Si costituisce il soggetto di zorgi. Esso è identico al soggetto di devas.

  • La sinjoro ordonis al la servisto vesti sin. - Il signore ordinò al servitore di vestirsi.

    Il soggetto a senso di vesti è la servisto. Sin indica il servitore.

  • La sinjoro ordonis al la servisto vesti lin. - Il signore ordinò al servitore di vestirlo.

    Il servitore non deve vestire se stesso, ma un altro uomo, presumibilmente il signore.

Se il soggetto a senso di un infinito non c'è nella frase, e se esso non è importante, di solito si lascia a si di rappresentaree il soggetto del predicato:

  • La reĝo sendis voki sian kuraciston. - Il re mandò a chiamare il suo medico.

    Il soggetto a senso di voki non compare nella frase, ed è poco importante. Perciò Sia può rappresentare il re. Si tratta sendis voki come un verbo con un solo soggetto, il re.

  • La reĝo sendis la serviston voki lian kuraciston. - Il re mandò la domestica a chiamare il suo medico.

    Qui il soggetto di voki (il servitore) c'è. Se si dicesse sian kuraciston, il servitore dovrebbe chiamare il proprio medico, non quello del re.

Sostantivo di azione

Se un sostantivo è chiaramente di azione, e se c'è il suo soggetto a senso, si normalmente rappresenta tale soggetto. Ma la regola non è fissata:

  • Petro pacience aŭskultis la plendadon de Karlo pri ĉiuj siaj problemoj. - Pietro ascoltò con pazienza le lamentele di Carlo per tutti i suoi problemi.

    Carlo si lamentava per tutti i suoi problemi. I problemi sono di Carlo (soggetto, secondo il senso, di plendado), non di Pietro (soggetto di aŭskultis).

Quando sia sta davanti a un sostantivo di azione come suo qualificativo, esso è sempre il soggetto del predicato:

  • Karlo rakontis al Eva pri sia vojaĝo al Azio. - Carlo raccontava a Eva del suo viaggio in Asia.

    Carlo fece un viaggio in Asia.

  • Karlo demandis al Eva pri ŝia vojaĝo al Eŭropo. - Carlo chiese a Eva del suo viaggio in Europa.

    Eva fece un viaggio in Europa.

Si(a) in espressioni fisse

In alcune espressioni fissate si(a) non obbedisce alle regole ordinarie:

  • siatempe = "in quel tempo, nel tempo in questione, in un tempo adatto". Quando siatempe ha questo speciale significato, si dice sempre siatempe indipendemente dal sogetto: Mi volis siatempe proponi regulon. Tiam mi donos al via lando pluvon siatempe.
  • Un sostantivo + en si = "...tale come è". Quando si tratta di questo speciale significato, si usa si anche se la cosa riferita non è soggetto: Se oni rigardas la aferon en si, oni vidas... = Se oni rigardas la aferon tia, kia ĝi estas... (Se si guarda la cosa così com'è ...)
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